© La Motta – made by studio daulte
“L’unica cosa che dà vita è la devozione, devozione al Mistero del Golgota”
Dottoressa Ita Wegman
Storia della Cappella Ita Wegman
La Cappella ebbe origine ancor prima del 1900, durante gli anni in cui l’attuale terreno de La Motta fu probabilmente adibito a scopo agricolo e a villeggiatura. Si presume che inizialmente la cappella venne edificata quale luogo di culto cattolico poiché sul fronte era rappresentato il simbolo della croce e lo stesso ergeva sul tetto della cappella. A testimonianza di essere la parte più antica de La Motta, su un muro adiacente alla cappella vi si trova tutt’oggi una lapide funeraria datata 1828.
Grazie al sostegno finanziario di benefattori, Ita Wegman poté acquistare la proprietà all’asta, per fondare a partire dal 1938, un luogo di soggiorno e di cura per bambini, sotto la Direzione dell’Istituto clinico-terapeutico e delle case per bambini del Sonnenhof ad Arlesheim. Da qui ebbe origine l’attuale Istituto socioterapeutico La Motta.
La cappella divenne luogo d’ispirazione per la Dottoressa, poiché negli ultimi anni della sua vita, probabilmente tra il 1940 e il 1943, progettò la ristrutturazione della cappella allo scopo specifico di adibirla alla conservazione delle proprie ceneri.
Orari per le visite
La Cappella può essere visitata
tutti i giorni dalle 09:00 alle 17:00
“Ho un desiderio per una piccola cappella a Brissago. Voglio abbellirla, e penso che lei forse possa dipingerla. Il mio piano è quello di allestire lì le urne di amici deceduti – penso anche a me stessa. Non posso immaginarmi niente di più bello, che lei la prenda in mano e la abbellisca”.
Con queste parole, Liane Collot d’Herbois spiega il proposito della dottoressa Ita Wegman per far ricostruire e rimettere in sesto la cappella:
“Ho un desiderio per una piccola cappella a Brissago. Voglio abbellirla, e penso che lei forse possa dipingerla. Il mio piano è quello di allestire lì le urne di amici deceduti – penso anche a me stessa. Non posso immaginarmi niente di più bello, che lei la prenda in mano e la abbellisca”.
Liane Collot d’Herbois dichiarò in seguito d’aver eseguito alla fine del 1942 alcuni schizzi della storia della Passione, confermando d’averli portati alla Dottoressa dandole alcune spiegazioni. Secondo quanto riportato dalle parole di Liane Collot d’Herbois: lei li guardò a lungo. Uscì in giardino e camminò su e giù. Alla fine si girò di nuovo verso di me e disse: “Sì, è giusto, è questo”.
La cappella venne inaugurata per la festa di San Michele del 1943, anno del decesso della dottoressa, per la quale la signora Johanna Russ compose un requiem in sua memoria.
L’Affresco
Preparazione
“Per prima cosa sono state applicate due mani di fondo. Una mano di sabbia e uno strato di calce, che si é asciugato nel giro di due settimane fino a diventare una sorta di superficie vetrosa. Non si doveva usare il cemento. Anche un cucchiaino di cemento nel primo strato di primer avrebbe fatto sì che si staccasse col tempo, perché il cemento continua ad assorbire l’umidità.
Poi é stato posizionato il secondo strato e su questo ho iniziato a dipingere. Ho lavorato dalle nove del mattino alle nove di sera, quasi ininterrottamente, perché potevo dipingere il fondo solo fintanto che era bagnato. Dove iniziava ad asciugarsi, le superfici verniciate dovevano essere nuovamente scalpellate. Dovevo quindi lavorare velocemente e, dato che non potevo permettermi di apportare modifiche in seguito, dovevo sapere esattamente cosa stavo facendo. Alla vecchia maniera, ho delineato la parte dell’affresco che avrei dipinto quel giorno con un’unghia nel gesso bagnato. Poi si trattava semplicemente di applicare il colore. Ho mescolato i colori solo con acqua. In passato i pittori mescolavano i colori con calce per renderli un po’ più solidi, in modo che fossero comunque visibili da un distanza maggiore, perché la calce impedisce alla pittura di affondare nel terreno solido. Ma per la piccola cappella ciò non era necessario. Ho applicato una mano di vernice, che alle due del pomeriggio era ancora sufficientemente umida per poterne applicare una seconda. Così, ogni colore è stato creato da due applicazioni. Più di così non ho potuto fare, perché il fondo sarebbe stato troppo secco. A causa del metodo di lavoro necessariamente rapido, l’affresco risulta avere un aspetto grezzo e poco levigato. Tutti i colori sono minerali della terra. Ci sono circa dodici colori che si possono utilizzare e che non possono essere estirpati nemmeno dopo un lungo periodo di tempo.
Ita Wegman non ha mai potuto vedere il lavoro finito, perché era già oltre la soglia prima che potessi iniziare a dipingere le pareti. La sua morte é stata così improvvisa. Ma tutto si svolse interamente secondo gli schizzi, che lei aveva ancora approvato.”
Liane Collot d’Herbois
Descrizione
Il Cristo cosmico come Signore del Karma e degli Elementi e il Cammino dei Defunti nel Mondo Spirituale
“Nel centro vi è il Cristo risorto. All’estrema sinistra si trova il secondo livello del sentiero della Passione: il guardiano della soglia e il coronamento con le spine. Lì potete anche vedere due piccole figure, esseri umani, sull’orlo dell’abisso: uomo e donna, due diversi aspetti della vita, due aspetti della realtà, due modi di guardare alla realtà. L’uomo deve curare in quella particolare incarnazione il suo ego, le donne devono curare e sviluppare il proprio corpo astrale. Sul lato destro ho raffigurato in un’unica rappresentazione il quarto e quinto livello della Passione: il portare la croce e la discesa nell’oscurità dell’inferno. Dopo essere passato attraverso il livello del portamento della Croce, la croce perde il suo peso e si lascia trasportare facilmente; perde il suo significato. Tra questo e il Cristo risorto vi è l’angelo che apre il tempio e sta a significare la fine dell’antica chiaroveggenza e dei misteri precristiani. Questo è il quarto livello: entrando nell’oscurità, bisogna illuminarla a partire dall’interno del proprio essere. A questo punto diventano visibili e riconoscibili anche gli altri esseri umani che allo stesso tempo illuminano l’oscurità, i restanti rimangono però invisibili. Ciò è parte del quinto livello del cammino dell’Iniziazione Cristiana.”
Liane Collot d’Herbois
Le ceneri di Ita Wegman
Fino al 1996 le ceneri di Ita Wegman erano deposte in un’urna nella nicchia ai piedi dell’affresco. In seguito vennero inumate direttamente sotto la sua lapide nel terreno a fianco della cappella, poiché ritenute maggiormente al sicuro.
Inumazione delle ceneri e ristrutturazione della cappella
Il 1° novembre del 2009, durante la cerimonia di commemorazione dei defunti, vennero inumate nel terreno terrazzato di fianco alla cappella, tutte le ceneri dei defunti che fino ad allora erano giacenti in urne all’interno della cappella e i loro nominativi vennero incisi sulla lastra di granito appesa al suo muro esterno.
In quell’occasione vennero pure inaugurati i lavori di ristrutturazione interni ed esterni alla cappella, dandole la struttura odierna.
Il comparto venne rifinito con una scultura in bronzo creata dall’artista Frank Grave in memoria di Ita Wegman e delle quasi ottanta persone le cui ceneri sono inumate sulle ampie terrazze. Per creare l’opera, quale materiale di base venne utilizzato il bronzo fuso delle urne svuotate.