L’Istituto La Motta

  • L’Istituto la Motta

Linee Guida

Missione

L’Istituto La Motta fu fondato nel 1938 quale “casa di cura per bambini” su iniziativa della Dottoressa Ita Wegman, stretta collaboratrice di Rudolf Steiner fondatore dell’antroposofia.

Dalla loro collaborazione è nata la medicina antroposofica con le sue molteplici applicazioni ancora oggi in uso.

Negli anni La Motta si è trasformata per divenire oggigiorno Istituto socioterapeutico. Accoglie persone adulte con disabilità, offrendo accompagnamento e assistenza con un’attenzione particolare alla pedagogia curativa e socioterapia antroposofiche.

L’Istituto è una casa con occupazione con casistica mista e maggior fabbisogno educativo (gruppo di riferimento cantonale A2+EDU). Soddisfa le esigenze dell’utenza di diversi Cantoni per la presa a carico residenziale e diurna, tramite l’offerta di spazi abitativi, occupazionali e terapeutici.

La visione

Anche il mio cammino è lungo,
mi condusse attraverso i tempi,
qualunque cosa l’umanità abbia vissuto.
Io vi presi parte,
certa dell’origine divina,
ma fui plasmata dall’amore per l’essere umano,
dall’amore per tutto quanto ora mi circonda come mondo.

Persephone – Mysterienspiel – Ita Wegman, RMG 1995, Nr. 10

La Conoscenza, l’Amore e la Consapevolezza di quanto stiamo compiendo, sono tre elementi essenziali nella nostra offerta di Cura, poiché vanno ad affinare lo strumento principale di ogni nostro intervento: noi stessi nella relazione con l’Altro.

Valori

I collaboratori de La Motta operano secondo la concezione antroposofica dell’uomo, per la quale la parte spirituale ed immortale più intima dell’essere umano è sana. Questa attitudine porta ad una più grande considerazione e maggior rispetto dell’Utente, nelle sue tre parti costitutive: corpo, anima e spirito. L’accompagnamento individualizzato della persona si basa sui suoi bisogni, le sue risorse e le sue aspettative, incentivando così lo sviluppo delle sue capacità.

La dinamica dell’approccio antroposofico favorisce la crescita individuale reciproca nella relazione e prospetta la sfida per i collaboratori di intraprendere nuovi cammini socioterapeutici e comunitari.

“Raggiungiamo il bene solo se nello specchio dell’anima umana si riflette tutta la Comunità e nella Comunità vive la forza dell’anima singola”.

Rudolf Steiner, GA40